Nuova legge per la comunicazione e informazione pubblica, Di Costanzo:“Finalmente si aprono le porte alla svolta digitale. Riconoscimento competenze, Area unica, trasparenza e centralità del cittadino”
Al Ministero per la Pubblica Amministrazione consegnato al Ministro Fabiana Dadone il documento per la riforma della legge 150 alla presenza delle principali associazioni e organizzazioni del giornalismo, della comunicazione, delle nuove professioni
Via alla svolta digitale per la comunicazione e informazione pubblica. Oggi al Ministero per la Pubblica Amministrazione il ministro Fabiana Dadone ha ricevuto il documento di sintesi, elaborato dal Gruppo di lavoro dedicato, coordinato da Sergio Talamo, formato dalle principali associazioni e organizzazioni della comunicazione, del giornalismo, delle nuove professioni e da lei istituito nel gennaio scorso, per la riforma della legge 150 del 2000. Il documento mette al centro 10 punti principali e rappresenta, dopo anni di attesa, il primo passaggio verso la riforma della legge.
“Costituzione di un’Area unificata dedicata a comunicazione, informazione e servizi alla cittadinanza, in cui operino congiuntamente i profili del comunicatore e del giornalista e in cui sia inserita, riconosciuta e valorizzata la competenza in comunicazione e informazione digitale. Basterebbe questo, uno stralcio del primo punto del documento di riforma, per capire che, finalmente, si sta aprendo la svolta digitale per la comunicazione e informazione pubblica – spiega Francesco Di Costanzo, presidente di PA Social, oggi presente all’incontro con il ministro Dadone – Da anni, come associazione PA Social, sosteniamo che il grande lavoro portato avanti in tutta Italia da tanti professionisti attraverso le piattaforme digitali deve diventare la normalità del nostro settore pubblico. Oggi al Ministero per la Pubblica Amministrazione, grazie alla forte volontà del ministro Fabiana Dadone, al lavoro del coordinatore del tavolo dedicato Sergio Talamo e al contributo di tutte le principali organizzazioni della pubblica amministrazione, della comunicazione, del giornalismo, delle nuove professioni digitali, è stata posata la prima pietra per la riforma della legge 150 del 2000. Una legge “151” fortemente orientata alle competenze digitali e al rapporto diretto con il cittadino. L’emergenza che abbiamo vissuto e che ancora stiamo fronteggiando ha dimostrato come non ci sia più tempo da perdere sulle competenze, sull’organizzazione, sugli strumenti, sui linguaggi, sui tempi e sulle modalità di lavoro. Facciamo sicuramente un passo avanti nel campo della comunicazione e informazione pubblica, ora è importante avere tempi rapidi e certi per rendere operativa la riforma tutelando e valorizzando chi è già all’interno delle nostre PA e chi dovrà entrare a breve e in futuro, anche con l’importante apertura, contenuta del documento, dell’Ordine dei Giornalisti alle competenze digitali”.
Molte le novità contenute nel documento che poggia sull’idea della centralità del cittadino e sull’importanza strategica delle attività di comunicazione e informazione istituzionale. I 10 punti-chiave per la riforma riguardano: la costituzione di un’Area unificata dedicata a comunicazione, informazione e servizi alla cittadinanza in cui operino i giornalisti e i comunicatori e in cui sia inserita, riconosciuta e valorizzata la competenza in comunicazione e informazione digitale; la trasparenza con rilevante dimensione comunicativa; smart working e lavoro agile; figure apicali e portavoce; tutela e riconoscimento del ruolo per chi già oggi è all’interno della PA e svolge attività giornalistiche, comunicative e di informazione e comunicazione digitale; formazione continua e qualificata; inclusione di nuove figure professionali con competenze digitali nell’Albo dei giornalisti e per la certificazione del comunicatore; focus specifico per i piccoli enti e per i settori sanitario e istruzione; manutenzione e monitoraggio permanente delle riforma, anche con sanzioni e incentivi; estensione della riforma alle società partecipate e agli enti pubblici economici; analisi di fattibilità di un polo previdenziale e assistenziale dedicato; assegnazione di una voce di bilancio dedicata all’Area e previsione di adeguate risorse per nuove assunzioni.